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Visualizza elenco completo dei 40 cadetti di Lebanon | ||
Umberto
Saia (Capriata d'Orba 1906 - Alessandria 1971) |
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Umberto Saia ritratto a New York nel 1931 |
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Il futuro comandante dell'Accademia di Roma è annoverato, nel libro di Macfadden, tra i migliori dieci atleti della spedizione e tra questi, senz'altro, come il miglior giocatore di baseball. Nel suo profilo viene messa in risalto la straordinaria abilità di lanciatore, capace di efficacissimi lanci, carichi d'effetto e al tempo stesso di grande precisione (Macfadden, p. 108, 176-177).
Come giocatore di basket prende parte alla sfida che il 21 maggio vede la vittoria della squadra dei Cadetti sulla locale squadra di Dansville. Nelle prove di atletica ottiene risultati di eccellenza sulle 100 yarde, nel lancio del disco, nel salto in lungo, nel mezzofondo (Macfadden, p.105 ss).
Dal 1936 diviene il comandante dell'Accademia di educazione fisica di Roma. Si sposa con Jolanda Bernini, nipote di Amos Bernini, deputato al parlamento. |
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Con la moglie Jolanda Bernini in viaggio di nozze a Venezia |
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Allo scoppio della guerra parte volontario per il fronte russo con il grado di sottotenente destinato alla 41 compagnia cannoni della divisione Julia. Per una azione di guerra del gennaio 1943 riceverà la medaglia di bronzo al valor militare con la seguente motivazione: "Comandante di plotone cannoni 47/32, durante aspri e cruenti attacchi, con il tiro preciso dei suoi pezzi causava perdite sanguinose all'avversario. Rimasto senza munizioni e unico ufficiale al reparto, accortosi di una pericolosa infiltrazione del nemico, alla testa dei superstiti della compagnia contrassaltava costringendo l'avversario a ripiegare con nuove gravissime perdite". Una breve sintesi della sua vita è nella bella lettera-testimonianza del figlio Gianni, di seguito pubblicata. |
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Breve sunto della vita di Umberto Saia
Nasce in Capriata d’orba li 12.02.1906. Sin da bambino lo ricordano molto vivace ma tenace e costante nei suoi propositi. Eccelle in tutte le attività sportive che pratica dal gioco del tamburello (molto praticato allora nell’alto Monferrato), alla corsa veloce che al mezzofondo nella ginnastica e persino nelle nascente specialità dello sci di discesa, non trascurando lo studio delle materie scolastiche con discreti risultati.
Diplomatosi alle magistrali di Novi Ligure,viene segnalato dalle autorità sportive di allora e grazie anche allo stato di benestante aderente al partito del padre Antonio, viene chiamato a frequentare nel 1930 come accademista, i corsi della nascente Accademia Nazionale Fascista di Educazione Fisica, con sede nel costruendo Foro Italico, meglio conosciuto come Foro Mussolini. |
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Dalla scheda tecnica inserita nel libro di Macfadden (p.176) |
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Anche qui si distingue per tutta una serie di qualità fisiche e di applicazione nello studio. Uno dei suoi allievi mi parlava ca 30 anni orsono che riusciva a correre i 100 mt in 10,8 secondi, quando il record italiano era appena di 2 – 3 decimi al di sotto.
Nel 1931 partecipa con altri 40 accademisti al corso (Method of Phisycal culture) di Bernarr MacFadden, prima nello stato di New York a Dansville, poi in Tennessee a Lebanon, che ebbe molta risonanza in quel periodo. I risultati conseguiti nella preparazione psico attitudinale furono notevoli e si videro anche per le nuove discipline del baseball,della palla a mano e dell’hokey su campo.
Nel 1936 viene nominato dal Comandante Generale della Gioventù Italiana del Littorio Renato Ricci, al grado di Comandante dell’Accademia Nazionale Fascista di Educazione Fisica in Roma. Tutte le parate e sfilate che avvengono nel Foro Mussolini in onore dei capi di stato in visita in Italia nel periodo sono sotto il suo comando. La consacrazione finale avviene nel giugno del 1938 dove viene investito alla presenza di SM Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini del Cavalierato di San Maurizio e Lazzaro. |
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Con il figlio Gianni per le strade di Rovigo nel 1945 |
Lo scoppio della seconda guerra mondiale lo vede volontario degli alpini in Russia nella famosa divisione Julia, dove si distingue in episodi di eroismo nel primo scontro sul gomito del Don a Nowo Kalitva e poi su quello che gli vale la medaglia di bronzo nella battaglia di Nowo Postojalowka nel gennaio del 1943. (Dal Ministero della Difesa aprile 1956). Riesce a scamparla per miracolo, rientrando stremato in Italia l’anno dopo,dove viene ricercato dai partigiani e grazie ad amici riesce a nascondersi e a salvare la pelle.
Nel 1949 dopo aver sbarcato il lunario col grado di Tenente, per qualche anno, riesce a trovare occupazione in Milano alle dipendenze dell’architetto Moretti, uno dei progettisti e costruttori a suo tempo degli impianti del Foro Mussolini. Non può dedicarsi all’insegnamento poichè epurato dalla Repubblica per i suoi precedenti di “comandante fascista”. Lavora come sovraintendente ai cantieri della ricostruzione di Milano in zona Lorenteggio sino al 1954, anno in cui rientra con la famiglia in Roma.
Gli vengono affidati incarichi importanti: Direttore sportivo per l’Italia dell’YMCA Associazione cristiano sportiva U.S.A e di Segretario generale dell’A.I.G Ostelli della gioventù.
Nel 1968 rientra nel suo Paese natale Capriata d’Orba nella villa paterna, riprendendo dopo quasi 30 anni l’attività di Professore di educazione fisica nell’istituto S. Giorgio di Novi Ligure. |
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Muore improvvisamente di infarto il 1 di ottobre del 1971 in Alessandria. In questi 3 anni vissuti nel paese natio, un consistente numero di ex accademisti lo sono venuti a trovare. E vi era da stupirsi per l’affluenza continua soprattutto nei giorni festivi e l’affetto e la stima che questa gente riversava su mio padre. Anche dopo la morte, mia madre ha ricevuto per anni visite e telefonate di persone che lo ricordavano come uomo con attitudine al comando,integerrimo e profondamente buono d’animo.
Non ho mai potuto vivere per diversi motivi una vita normale accanto a mio padre e man mano che il tempo Inesorabilmente avanza,ne sento sempre più la mancanza….. Ogni tanto penso tra me e me ………spero che vi sia realmente l’aldilà, nella speranza di stargli vicino e godermeLo finalmente in pace.
Gianni Saia figlio primogenito |
Umberto Saia nel 1969 |
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Umberto Saia, a destra, ritratto con Ignazio Badami negli Usa | ||
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Per una informazione generale sulla vicenda si legga |
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Introduzione viaggio a Lebanon 1931 | ||
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inserito 01 marzo 2009 |
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