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Album Adamoli

 

 




Diana, Giovanni, Concetta, Italia e Fernanda
con Renato Molinari e altri

 




 visita la bellissima collezione di fotografie e documenti di famiglia sul sito www.adamoli.org
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sulla spiaggia di Silvi marina

 
 
 
 

 
 
 
 

Diana, Giovanni, Concetta, Italia e Fernanda Adamoli
ritratti sulla spiaggia di Silvi Marina con Renato Molinari
e gli amici Dora, Alfonsina e Tonino, 1924-26

 

 

 

 

particolari

 
 
 

 
 

 a sinistra: Diana Adamoli (1913-1997); a destra: Renato Molinari (1910-1945) e Giovanni Adamoli (1914-1983)

 

 

 

particolari

 
 
 
 

 
 
 

nell'ordine, da sinistra: Fernanda (1921), Italia (1917-1977), l'amica Anna Maria, Concettina (1915-1976)

 

 

 

  • Il luogo di questa foto dovrebbe essere la spiaggia di Silvi marina.

  • La data potrebbe aggirarsi tra il 1924 e il 1926.

  • Mia madre, Diana, è la prima in piedi a sinistra.

  • Sul lato opposto, a destra, il primo in piedi è il fratello Giovannino.

  • Poi ci sono le tre sorelle più piccole, sedute a terra: la prima a sinistra è Fernanda, la seconda è Italia, la quarta è Concettina.

  • Degli altri bambini ritratti conosco soltanto Renato, il ragazzo più grande, secondo in piedi da destra. Si tratta di Renato Molinari, che nel 1945 morirà ucciso martire della lotta antifascista. Su di lui ho riunito le notizie che ho trovato nella scheda che segue:

 

 

 


Renato Molinari (Novara 1910- Rivoli, Torino 1945)
 

     

Di Renato Molinari si è scritto molto. Si sa che da giovane aderì entusiasticamente al fascismo e che si distinse come dirigente del Guf, la Gioventù Universitaria del partito. Appassionato sportivo, amò sopratutto la montagna, fu esperto scalatore e fu anche uno dei principali animatori della locale sezione del Club Alpino italiano.

Si laureò in Giurisprudenza con una tesi su "L'autonomia del comune medievale", poi pubblicata in volume e ancora oggi apprezzata e consultata per il rigore scientifico con cui fu redatta.

Nel corso degli anni Trenta fu prima redattore e poi capo-redattore de "Il Solco", il giornale della federazione fascista (era suo lo pseudonimo di Remo) e della rivista "Teramo", pubblicata dall'amministrazione comunale.

Durante la guerra si trovò a combattere sul fronte greco-albanese dove iniziò a maturare il cammino di ripensamento che, al suo rientro in Italia, dopo l'8 settembre 1943, lo portò a unirsi alle formazioni partigiane, prima in Abruzzo e poi in Piemonte.

L'epilogo è noto: poteva essere rimpatriato nell'Abruzzo già liberato ma rifiutò, preferendocontinuare a combattere insieme ai suoi compagni. Catturato dai tedeschi fu fucilato il 10 marzo del 1945.

Le lettere da lui scritte ai familiari prima dell'esecuzione sono state più volte pubblicate in antologie e profili biografici.

Renato Molinari fu uno dei più cari amici di mio zio, Giovanni Adamoli, che in più di un'occasione mi raccontò di Renatino, suo amico d'infanzia, dei loro giochi sulla spiaggia di Silvi e della comune passione per il ciclismo e per le collezioni di figurine dei campioni del tempo. Mi raccontò del loro ultimo drammatico colloquio, sotto i portici del Grande Italia, prima che Renato si allontanasse da Teramo. Mi parlò anche di certe carte che conservava, (se non sbaglio erano lettere) nelle quali Molinari gli confidava i motivi dei suoi ripensamenti sul fascismo. Dopo la morte di mio zio però, gli scritti di Renato Molinari, per quanto cercati, non si sono mai trovati.

 

Scritti

  • Le autonomie comunali in Abruzzo dalle origini al sec. 16, Teramo, Cooperativa Editrice Tipografica, 1933 e 1935; anche a puntate in "Teramo" Rivista del comune di Teramo;

  • Trilogia al duce : [versi], Teramo, Tip. Il Progresso, 1940;

  • Le stelle dell'orsa Maggiore. Versi di Pace e di Guerra. Diario di una Giovine vita, Teramo, Casa Ed. Tipografica, 1943;

  • Suoi scritti sono contenuti anche in "Il Solco", anni '30; "Teramo"rivista del Comune, 1932-1938; "Battaglia nuova"; "Il Corriere delle Alpi".

  • Le lettere inviate ai familiari prima dell'esecuzione sono state pubblicate tra l'altro in Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (8 settembre 1943-25 aprile 1945), a cura di Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli, prefazione di Enzo Enriques Agnoletti, Torinio, Einaudi, 1965 e altre edizioni, e anche Milano, Mondadori, 1971; si veda poi il sito Internet  dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia.

Bibliografia:

  • Carino Gambacorta, Alberto Pepe e Renato Molinari martiri della Resistenza, [S. Gabriele dell'Addolorata], Eco, 1971;

  • Renato molinari, in La resistenza nel Teramano : nello spirito unitario della resistenza Teramo celebra il 30. della liberazione e in presenza di Sandro Pertini rinnova il suo impegno antifascista, Teramo, Edizioni Abruzzo oggi, 1975;

  • Arnaldo Giunco, Renato Molinari. Dal fascismo alla resistenza, la coerenza negli ideali, Barzago, Marna, 2002;

  • Alberto Melarangelo, Molinari Renato (1910-1945), in  Gente d'Abruzzo. Dizionario biografico, a cura di Enrico Di Carlo, Castelli, Andromeda, 2006, vol.7, pp.119-120. (visita l'Indice analitico dell'opera)

  • Su Renato Molinari sono state realizzate anche alcune Tesi di laurea che hanno preso in esame, ad esempio, l'attività di giornalista o quella di studioso di diritto.


Il testo delle lettere ai familiari

a Linda Falasco (vedi scheda)

10.3.45: Mia buona amica, Grazie della vostra serena amicizia. Vi sarò grato se rileggerete e ordinerete le cose mie ( poesie e romanzo). Scrivete ai miei quando potrete. Sarò fucilato stasera. Muoio serenamente, come onestamente ho sempre vissuto. Renato Molinari

 

allo zio (vedi scheda)

10 3.45: Carissimo zio, Proprio mentre ormai speravo essere graziato è venuta la condanna a morte. Ti sarò grato se potrai farmi avere una sepoltura cristiana, in modo che in seguito la mia famiglia possa riavere il mio corpo. Io vesto giacca di fustagno, maglione marrone, pantaloni blu da sciatore, scarpe da casermaggio. Ho baffi e capelli ricci neri. Ti abbraccio Renato Molinari

 

ai familiari (vedi scheda)

10.3.45: Miei cari, La mia vita è al suo termine. Ma ho raggiunto la mia meta: mi sono pentito dei miei – non troppi – peccati, e credo in Dio, Dio vi protegga, e con voi l’Italia nostra straziata, e alla quale sono sempre stato fedele. Cari cari cari, vi abbraccio. Perdonatemi, ma la mia strada è l’unica che mi era aperta. Coraggio! Renato Molinari

 

 

 

con lo zio Giovannino

 
 
 
 

 
 
 

Questa foto mi ritrae in braccio allo zio Giovannino.
Siamo sulla spiaggia di Giulianova e l'anno è il 1953 o 1954

 

 


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